Dal prossimo anno accademico cambia radicalmente l'accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria.
Con la pubblicazione in Gazzetta del decreto legislativo 15 maggio 2025, n. 71, prende forma la riforma prevista dalla legge delega n. 26/2025.
Il nuovo sistema supera il tradizionale test d’ingresso nazionale, introducendo un semestre iniziale a iscrizione libera e una selezione basata esclusivamente sul merito accademico.
Gli studenti potranno immatricolarsi liberamente al primo semestre dei corsi di laurea LM-41, LM-46 e LM-42, che fungerà da semestre filtro. Durante questo periodo, saranno affrontate discipline comuni in ambito biologico, chimico, biochimico e fisico. I contenuti formativi saranno uniformati a livello nazionale per garantire una preparazione omogenea e comparabile.
Il semestre filtro è concepito non solo come selezione, ma come occasione di orientamento consapevole: gli studenti avranno la possibilità di verificare le proprie motivazioni, capacità e inclinazioni, superando la logica del test d’ingresso e misurandosi direttamente con la didattica universitaria.
Al termine del semestre, chi avrà superato tutti gli esami previsti (per un totale di almeno 18 CFU) e raggiunto una posizione utile nella graduatoria di merito nazionale, potrà accedere al secondo semestre e proseguire il percorso nella sede universitaria indicata come preferenza.
Contestualmente, ogni studente dovrà iscriversi gratuitamente anche a un corso di laurea affine dell’area biomedica, sanitaria, farmaceutica o veterinaria, che fungerà da opzione alternativa nel caso non venga ammesso al secondo semestre del corso di prima scelta.
Il riconoscimento dei CFU già acquisiti permetterà la prosecuzione nel secondo percorso senza penalizzazioni. Le università manterranno autonomia nel valutare eventuali riconoscimenti parziali per chi non abbia superato tutti gli esami previsti.
La selezione sarà centralizzata: il Ministero dell’università redigerà una graduatoria nazionale in base ai risultati ottenuti durante il semestre filtro. Gli studenti potranno indicare almeno cinque sedi universitarie in ordine di preferenza. Sarà possibile ripetere il semestre filtro fino a tre volte, rinunciando preventivamente alle votazioni acquisite.
Le università dovranno garantire una didattica flessibile e accessibile, anche in caso di iscrizioni superiori alla capacità recettiva. Il decreto prevede che il carico didattico sia gestito con le risorse già disponibili, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.
Le attività potranno essere organizzate anche in modalità mista, in presenza e da remoto, in deroga ai requisiti minimi di docenza previsti per le classi più numerose, mantenendo comunque gli standard qualitativi della formazione universitaria.
Il nuovo impianto normativo mira a conciliare diritto allo studio, qualità della formazione e sostenibilità del SSN. L’assegnazione definitiva dei posti avverrà solo al termine del semestre filtro, e il numero di studenti ammessi al secondo semestre sarà rilevante ai fini del riparto del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO).
Si prevede che la quota di studenti effettivamente ammessi rappresenterà circa il 29% del totale degli iscritti iniziali. Solo da questo momento in poi tali iscrizioni saranno conteggiate ai fini del finanziamento pubblico, garantendo la neutralità finanziaria del nuovo sistema.
Il nuovo sistema non si applicherà, nella fase iniziale, alle università non statali legalmente riconosciute e ai corsi erogati in lingua inglese.
La riforma rappresenta un cambio di paradigma: si passa da una selezione preventiva e astratta a un percorso formativo iniziale concreto e verificabile, più vicino alle esigenze degli studenti e alle reali necessità del sistema sanitario. L’obiettivo è formare professionisti qualificati attraverso un accesso più equo, motivato e trasparente, fondato sulla preparazione dimostrata e non su un test a crocette.
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