Una buca in terra! Chi paga?

Articolo del 19/10/2025

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Una buca sul marciapiede, un tombino dissestato o una lastra sconnessa: chi risponde se un pedone cade e si fa male?

La risposta è chiara: il custode.

Secondo l’articolo 2051 del codice civile, il custode risponde per responsabilità oggettiva dei danni cagionati dalla cosa che ha in custodia.
Questo significa che non serve dimostrare la colpa: basta provare il nesso causale tra la cosa e l’evento dannoso.

In pratica, se il danneggiato dimostra che è caduto a causa della buca, il risarcimento è dovuto, salvo che il custode provi il caso fortuito.

La costante giurisprudenza

La Corte di Cassazione, con una lunga serie di pronunce, ha ribadito che la responsabilità ex art. 2051 c.c. è oggettiva e non si fonda sulla colpa del custode.

Tra le più recenti decisioni ricordiamo:

Chi è il custode?

Il custode è chi ha il potere di controllo, gestione e vigilanza sulla cosa.

Nel caso delle strade pubbliche, di norma è il Comune o l’ente proprietario della via.

Per aree private, come parcheggi o condomini, il custode può essere l’amministratore o il titolare del bene.

Non conta chi ha creato il pericolo, ma chi avrebbe potuto impedirlo o eliminarlo.

L’unica difesa: il caso fortuito

Per liberarsi da responsabilità, il custode deve provare che il danno è stato causato da un evento imprevedibile e inevitabile, come un comportamento anomalo della vittima o un fatto di terzi che interrompa il nesso causale.
Una buca formatasi improvvisamente per un nubifragio eccezionale, ad esempio, potrebbe costituire caso fortuito.

Ma attenzione: la prova deve essere rigorosa. Basta la negligenza nella manutenzione perché la responsabilità resti in capo al custode.

In sintesi

Chi custodisce una strada, un marciapiede o un cortile ha un obbligo di vigilanza costante.

Una buca non è solo un difetto del suolo, ma un pericolo giuridicamente rilevante.

Se il danneggiato dimostra che il danno è stato causato dalla buca, il risarcimento è assicurato, salvo prova contraria del custode.

E quella prova – ricordiamolo – è una sola: il caso fortuito.

 

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