Codice dell’edilizia: via libera del Governo alla delega per riscrivere l’intera disciplina

Articolo del 05/12/2025

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Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 4 dicembre 2025, ha dato il via libera – in procedura d’urgenza – al disegno di legge delega per l’adozione del Codice dell’edilizia e delle costruzioni.

L’impianto della riforma è ampio e organico: l’obiettivo è archiviare il quadro frammentato nato attorno al d.P.R. 380/2001 e razionalizzare una normativa ormai composta da interventi stratificati in oltre vent’anni.

La delega si muove lungo tre direttrici fondamentali: semplificazione, riordino e razionalizzazione dei procedimenti edilizi.

La delega al Governo: tempi e contenuti

Il Ddl autorizza il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi entro un termine che, secondo le prime ricostruzioni, potrebbe essere fissato in 12 mesi. Il Codice dovrà:

  • riordinare i regimi amministrativi dell’edilizia;

  • aggiornare la disciplina della sicurezza delle costruzioni, anche alla luce delle più moderne tecniche costruttive e delle esigenze sismiche ed energetiche;

  • coordinare la normativa edilizia con quella urbanistica, paesaggistica, energetica e di tutela dei beni culturali;

  • chiarire la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni.

La riforma si collega idealmente anche al decreto-legge "Salva Casa" (d.l. 69/2024), che aveva già anticipato alcune semplificazioni.

LEP e rapporti Stato–Regioni

Un punto cardine della delega è l’introduzione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) in materia edilizia: standard minimi e uniformi che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.

Questo implica una ridefinizione del rapporto tra Stato e Regioni: le autonomie regionali restano, ma all’interno di un perimetro minimo inderogabile riguardante sicurezza, accessibilità, efficienza energetica e regole base su titoli e controlli.

Titoli abilitativi, procedimenti e stato legittimo

Il Codice punta a un riassetto completo dei titoli edilizi: permesso di costruire, SCIA, edilizia libera. Tra gli obiettivi dichiarati:

  • una classificazione più chiara delle diverse fattispecie;

  • maggiore ricorso al silenzio-assenso;

  • tipizzazione delle difformità e delle relative conseguenze;

  • una disciplina più semplice e trasparente per la prova dello stato legittimo degli immobili.

Digitalizzazione e fascicolo digitale dell’opera

Altro pilastro della riforma è la digitalizzazione integrale del ciclo edilizio:

  • creazione di un’anagrafe digitale delle costruzioni;

  • istituzione di un fascicolo digitale dell’opera;

  • interoperabilità delle banche dati pubbliche.

L’obiettivo è assicurare una tracciabilità completa della vita amministrativa degli immobili, con effetti rilevanti per cittadini, professionisti, imprese e istituti bancari.

Abusi edilizi e regime sanzionatorio

Il Governo precisa che la delega non introduce condoni. L’azione riformatrice si concentra invece su:

  • razionalizzazione dei regimi sanzionatori;

  • criteri di proporzionalità basati su gravità della difformità, impatto urbanistico-edilizio e valore delle opere;

  • revisione degli istituti della doppia conformità e delle tolleranze costruttive;

  • maggiore trasparenza dei procedimenti in sanatoria.

L’obiettivo è ridurre l’incertezza applicativa che negli anni ha alimentato un contenzioso diffuso.

Tabella comparativa: Testo Unico vs. futuro Codice

ProfiloRegime attuale (d.P.R. 380/2001)Prospettiva con il Codice
Fonte normativa principaleTesto Unico con stratificazioni successiveCodice organico mediante decreti legislativi
Rapporto Stato–RegioniForte disomogeneità dovuta alla legislazione regionaleLEP statali come standard minimi e maggiore chiarezza sulla ripartizione delle competenze
Titoli abilitativiSistema consolidato ma frammentatoRiordino, semplificazione e maggiore uso del silenzio-assenso
Stato legittimo e sanatorieDisciplina complessa e fonte di contenziosoSemplificazione e revisione dei regimi sanzionatori
DigitalizzazionePercorsi non uniformi, assenza del fascicolo digitaleAnagrafe digitale e fascicolo dell’opera interoperabile

Impatti per operatori e contenzioso

La riforma avrà ricadute significative su professionisti, imprese, pubbliche amministrazioni e istituti di credito:

  • procedure più snelle e titoli più chiari incideranno su progettazione, direzione lavori e pianificazione urbanistica;

  • la certezza dei LEP potrebbe ridurre i conflitti tra Regioni e Comuni;

  • la digitalizzazione completa potrà migliorare i controlli e facilitare la circolazione degli immobili;

  • la razionalizzazione sanzionatoria mira a contenere il contenzioso, oggi spesso generato da incertezze interpretative.

La sfida, come sempre, sarà l’attuazione: la qualità dei decreti legislativi determinerà la reale portata della riforma.


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