Commercialisti, via libera alla riforma: tirocinio anticipato, specializzazioni ed equo compenso

Articolo del 12/09/2025

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Il Consiglio dei ministri, nella riunione del 12 settembre 2025, ha approvato il disegno di legge delega per la riforma dell’ordinamento della professione di dottore commercialista ed esperto contabile.

L’obiettivo è riorganizzare le attività professionali e valorizzare i profili multidisciplinari, adeguando la categoria alle esigenze del mercato e agli standard europei.

Tirocinio anticipato e abilitazione più rapida

Una delle innovazioni principali riguarda la revisione della disciplina del tirocinio: i 18 mesi di praticantato obbligatorio potranno essere svolti interamente durante il percorso universitario (laurea triennale per esperti contabili, magistrale per commercialisti).

La misura intende ridurre i tempi di accesso all’abilitazione e favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, contrastando l’invecchiamento della categoria.

Specializzazioni e disciplina delle società professionali

Il Governo è delegato a riordinare le attività, distinguendo quelle riservate per legge da quelle che caratterizzano tipicamente la professione nei settori tributario, aziendale, finanziario, societario e giuslavoristico.

Saranno introdotte specializzazioni organiche e una disciplina specifica per le società tra professionisti, con regole sull’iscrizione all’albo e sul funzionamento, per promuovere modelli aggregativi più competitivi.

Secondo le Casse di previdenza, infatti, chi opera in forma associata o societaria registra mediamente redditi oltre due volte superiori a quelli degli studi individuali.

Governance, incompatibilità e formazione continua

Il testo prevede interventi anche sulla governance della categoria, rivedendo norme elettorali, incompatibilità, decadenza e sospensione dei componenti dei Consigli degli Ordini. Viene rafforzato l’obbligo di formazione continua, con attenzione a materie emergenti come la crisi d’impresa e l’innovazione digitale.

Equo compenso e razionalizzazione delle competenze

La riforma introduce nuovi parametri per l’equo compenso, che saranno definiti con decreto ministeriale su proposta del Consiglio nazionale. Non vengono attribuite nuove competenze, ma si procede a una razionalizzazione di quelle già esistenti, in coerenza con le recenti riforme fiscali e giudiziarie.

Reazioni della categoria

Il presidente nazionale Elbano de Nuccio ha accolto con favore il provvedimento, definendolo “un risultato significativo, che permette di riscrivere la carta d’identità della nostra professione e ne rafforza la centralità nel sistema economico italiano”.


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