Pubblicata nella Gazzetta la legge 19 giugno 2025, n. 86, di conversione del decreto-legge 23 aprrile 2025 n. 55, che corregge un disallineamento normativo in materia di acconti IRPEF per l'anno 2025.
Il decreto interviene sul coordinamento tra il D.Lgs. 216/2023 (attuativo della riforma fiscale) e la legge di bilancio 2025 (L. 207/2024), eliminando l'anomalia che avrebbe portato a calcolare gli acconti IRPEF del 2025 con le vecchie aliquote a quattro scaglioni, anziché con le nuove aliquote a tre scaglioni (23%, 35%, 43%) rese strutturali.
La modifica, di natura correttiva, circoscrive al solo 2024 l'applicazione dell'art. 1, comma 4, del D.Lgs. 216/2023, che escludeva le nuove aliquote dal calcolo dell'acconto. Grazie a questo intervento, per l'anno 2025 il calcolo dell'acconto IRPEF dovrà avvenire sulla base delle aliquote ridotte e delle nuove detrazioni per lavoro dipendente, valorizzando quanto già applicato nel 2024.
Lavoratori dipendenti e pensionati senza redditi aggiuntivi: nessun acconto IRPEF è dovuto per il 2025.
Altri contribuenti (es. autonomi, chi presenta il 730 senza sostituto): devono versare saldo e acconto entro il 30 giugno 2025 (o entro il 30 luglio con maggiorazione dello 0,40%).
Il calcolo si basa sul metodo storico, prendendo come riferimento l'imposta 2024, già calcolata con le nuove aliquote e detrazioni.
Il nuovo sistema comporta una riduzione media degli acconti IRPEF:
Circa 129 euro in meno per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro.
Fino a 260 euro di risparmio per i redditi oltre i 28.000 euro.
Nessuna variazione sostanziale. Le modifiche IRPEF non impattano direttamente sulle addizionali locali, che rimangono invariate, salvo i casi in cui l'imposta IRPEF si azzera.
La legge non interviene sull'effetto del nuovo meccanismo di abbattimento del cuneo fiscale per i redditi più bassi (8.500-9.000 euro), che potrebbe generare una perdita annua fino a 1.200 euro per i lavoratori dipendenti in quella fascia.
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