Pubblicato in Gazzetta il testo del “Decreto Economia” (Decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95), coordinato con la legge di conversione 8 agosto 2025 n. 118, che interviene in modo trasversale su settori chiave dell’economia, del sociale e delle infrastrutture.
Tra le finalità principali, il sostegno alle imprese, il rilancio degli investimenti pubblici, l’adeguamento di alcune misure fiscali e il rafforzamento della spesa pubblica in comparti strategici.
Una delle misure più attese riguarda la proroga della cosiddetta sugar tax, l’imposta sulle bevande analcoliche edulcorate, il cui debutto viene nuovamente rinviato: entrerà in vigore non prima del 1° gennaio 2026. È l’ennesimo slittamento – l’ottavo dal 2020 – e riguarda un’imposta pensata per scoraggiare il consumo di zuccheri, ma da sempre al centro di forti opposizioni da parte delle imprese del settore. Il rinvio si traduce in un alleggerimento fiscale per le aziende, ma anche in un mancato gettito per lo Stato stimato in circa 60 milioni di euro nel solo 2025.
Un’altra novità rilevante per il mondo culturale e commerciale riguarda l’applicazione dell’IVA agevolata al 5% per la cessione di oggetti d’arte, antiquariato e collezione. La misura punta ad armonizzare il trattamento fiscale italiano con quello di altri Paesi europei – come Francia e Germania – e a rilanciare un comparto strategico del Made in Italy. L’aliquota ridotta si applicherà anche in caso di importazione, offrendo una semplificazione importante per gallerie, mercanti d’arte e collezionisti.
Il decreto interviene poi sul fronte sanitario, affrontando il tema del ripiano degli scostamenti di spesa per i dispositivi medici relativi agli anni 2015-2018. Al tempo stesso, introduce strumenti per rafforzare il governo complessivo del sistema, migliorando la tracciabilità delle spese e la programmazione a livello centrale. L’obiettivo è garantire una maggiore sostenibilità economica e una gestione più efficiente degli approvvigionamenti, in un settore fondamentale per il sistema sanitario nazionale.
Il decreto potenzia l'utilizzo del Fondo per l'avvio di opere indifferibili, estendendolo anche agli interventi non più finanziati con risorse PNRR, a condizione che gli appalti siano aggiudicati entro fine 2025. In caso contrario, è prevista la revoca dei contributi. Si interviene anche sul meccanismo delle anticipazioni di cassa per i progetti PNRR e si introduce la possibilità per le amministrazioni di richiedere, entro dicembre 2025, la rideterminazione del contributo per appalti non eseguiti, fino all'80% dell'importo già assegnato.
Tra le principali opere finanziate figurano la diga foranea di Genova, il potenziamento delle infrastrutture idriche di Venezia e la realizzazione di impianti di dissalazione in Sicilia. Vengono rafforzati anche il piano per l'edilizia penitenziaria, il Fondo regionale di protezione civile, il sostegno allo sport, e si istituisce un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana. Previsti contributi per comunità estive per bambini e anziani e misure speciali per il Giubileo dei giovani.
Inoltre, il decreto destina fondi all'alta formazione artistica (AFAM), alla sicurezza del settore idrico, e proroga la società "Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026". Altre misure riguardano il potenziamento del trasporto rapido di massa, la manutenzione stradale di province e città metropolitane, e la riorganizzazione della disciplina sulle cosiddette "medie opere". Importanti novità sono previste anche per le aree colpite da eventi sismici, con misure su ricostruzione, incentivi fiscali e proroghe di esenzioni.
Uno dei capitoli più delicati è quello dedicato all’antiriciclaggio. Il decreto prevede una serie di interventi volti a rafforzare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di riciclaggio, in coerenza con le direttive europee e con il quadro delineato dall’Autorità nazionale. Tra le misure, si segnalano modifiche in materia di obblighi di segnalazione per i soggetti obbligati (tra cui professionisti, notai, avvocati, intermediari finanziari e operatori del settore immobiliare), oltre al potenziamento dei controlli sui beneficiari effettivi e all’incremento della tracciabilità dei flussi finanziari.
Particolare attenzione viene riservata anche al tema del coordinamento inter-istituzionale, con il rafforzamento del ruolo dell’UIF (Unità di Informazione Finanziaria), del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza e della collaborazione tra enti locali e autorità centrali per la prevenzione dei reati economici. L’obiettivo è duplice: da un lato, migliorare l’efficienza del sistema di controllo e dall’altro aumentare la trasparenza nei settori economici considerati a rischio, in linea con le raccomandazioni del GAFI/FATF.
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