Election Day per Europee e Amministrative, il testo coordinato del decreto-legge. Si vota 8 e 9 giugno

Articolo del 29/03/2024

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Pubblicato in Gazzetta il testo del decreto-legge 29 gennaio 2024 n. 7, coordinato con la legge di conversione 25 marzo 2024 n. 38, sull'election day, che introduce disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali di quest'anno e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale.

Il decreto mira a incentivare la partecipazione dei cittadini alle urne. Per raggiungere questo scopo, stabilisce che nel 2024 le votazioni per le elezioni e i referendum si terranno in due giornate, a differenza della normativa precedente che prevedeva un'unica giornata di votazione.

In particolare, le elezioni per il Parlamento europeo, fissate dal Consiglio europeo tra il 6 e il 9 giugno 2024, in Italia si svolgeranno il sabato 8 giugno dalle 14 alle 22 e la domenica 9 giugno dalle 7 alle 23.

Tali date ed orari potrebbero riguardare anche le elezioni amministrative previste per il 2024, a seguito di una futura decisione del Consiglio dei ministri. La stessa regola si applicherà in caso di elezioni regionali che coincidano con quelle per il Parlamento europeo.

In vista del prolungamento delle operazioni di votazione, il decreto prevede un incremento del 15% degli onorari destinati ai membri degli uffici elettorali di sezione e dei seggi speciali.

Il decreto introduce in via sperimentale la possibilità da parte degli studenti fuori sede di votare nel luogo di domicilio, con esclusivo riferimento alle elezioni europee del 2024.

Altra novità riguarda la disciplina delle firme richieste per la presentazione di liste alle elezioni europee. In particolare:

  • viene mantenuta l'esenzione per i partiti politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una Camera e che abbiamo conseguito sotto il proprio contrassegno nelle ultime elezioni politiche almeno un seggio.
  • è prevista l'esenzione dalla sottoscrizione delle firme per il partito che abbia ottenuto almeno un seggio al Parlamento europeo a condizione che il partito sia affiliato a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali.
  • si riduce della metà (da 30.000 a 15.000) il numero minimo delle sottoscrizioni degli elettori necessarie per la presentazione delle liste dei candidati in ciascuna delle 5 circoscrizioni elettorali esclusivamente per le elezioni europee del 2024. Resta invariato il numero massimo delle sottoscrizioni pari a 35.000.

Un'altra significativa modifica riguarda i sindaci. Il decreto innalza da due a tre mandati il limite di permanenza per i sindaci dei comuni con una popolazione tra i 5.000 e i 15.000 abitanti, mentre elimina ogni limite di mandato per i comuni sotto i 5.000 abitanti. Per i comuni con più di 15.000 abitanti, invece, la regola rimane invariata, consentendo un terzo mandato solo se uno dei due precedenti è stato più breve di due anni, sei mesi e un giorno. Tutti i mandati, sia completati che in corso, alla data di entrata in vigore del decreto, saranno considerati nel conteggio.

Per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni fino a 15.000 abitanti, nel 2024, se c'è una sola lista ammessa e votata, tutti i candidati di quella lista saranno eletti, insieme al sindaco, purché abbiano ottenuto più del 50% dei voti validi e che la partecipazione al voto sia stata superiore al 40% degli aventi diritto.

Infine il decreto prevede che la registrazione come marchio d'impresa di simboli o emblemi usati in campo politico, o di marchi comunque contenenti parole, figure o segni con significazione politica, non rileva ai fini della disciplina elettorale, e in particolare ai fini della disciplina del deposito dei contrassegni e delle liste nonché della propaganda elettorale.

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ha commentato che il superamento dei limiti ai mandati nei piccoli comuni "è il coronamento di un’altra storica battaglia della Lega, nell’interesse dei territori e dei cittadini".


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