Naufragio di Cutro, confermata la condanna a 20 anni per uno degli scafisti

Articolo del 12/06/2025

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La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 20 anni di reclusione per Gun Ufuk, cittadino turco, riconosciuto come uno degli scafisti responsabili del tragico naufragio avvenuto il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone.

In quella notte, un barcone carico di migranti si infranse contro la costa calabrese, provocando la morte di 94 persone, tra cui 35 minorenni. Il caso scosse profondamente l'opinione pubblica e riaccese il dibattito sulle responsabilità penali legate ai viaggi della speranza nel Mediterraneo.

Con la sentenza della Prima sezione penale della Cassazione, i giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa dell'imputato, confermando così la condanna già emessa in primo grado dal GUP di Crotone e successivamente confermata dalla Corte d'Appello di Catanzaro.

Gun Ufuk è stato ritenuto colpevole dei reati di:

  • naufragio colposo;

  • favoreggiamento dell'immigrazione clandestina;

  • morte come conseguenza di altro reato.

Oltre alla pena detentiva, è stato condannato a risarcire le parti civili costituite nel processo, per un importo superiore ai 3 milioni di euro.

Il procedimento nei confronti di Gun Ufuk si inserisce in un più ampio contesto giudiziario. Altri quattro membri dell'organizzazione di scafisti sono stati già condannati a pene comprese tra gli 11 e i 20 anni di reclusione.

Ma la vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa. Il prossimo 21 luglio, il giudice per l'udienza preliminare di Crotone, dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura nei confronti di sei militari italiani (quattro appartenenti alla Guardia di Finanza e due alla Guardia Costiera), accusati di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo per presunte omissioni nelle operazioni di soccorso.

Durante l'udienza preliminare, il GUP ha anche respinto la richiesta di estromissione dal processo presentata dai legali dei responsabili civili, tra cui Ministero dell'Interno, Ministero delle Infrastrutture, Consap e Sara Assicurazioni. In caso di condanna degli imputati, questi enti potrebbero essere chiamati a risarcire i superstiti e i familiari delle vittime.

Infine, sono state dichiarate inammissibili le richieste di costituzione di parte civile da parte di alcuni familiari delle vittime di nazionalità afgana residenti in Turchia, Iran e Pakistan. Avevano presentato videoregistrazioni per attestare la firma delle procure speciali, ma il giudice ha ritenuto non valida questa modalità di costituzione.

Il naufragio di Cutro resta una delle pagine più drammatiche della cronaca recente legata ai flussi migratori, e il procedimento penale in corso continua a sollevare interrogativi sulle responsabilità, sia individuali che istituzionali, nella gestione dei soccorsi e nella prevenzione di simili tragedie.

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