Nel Regno Unito sbarca il primo studio legale guidato dall’intelligenza artificiale.
Si chiama Garfield.Law ed è stato ufficialmente autorizzato dalla Solicitors Regulation Authority (SRA), l’ente regolatore della professione forense in Inghilterra e Galles.
Lo studio, con sede a Tunbridge Wells, si propone di aiutare le piccole e medie imprese a recuperare crediti fino a 10.000 sterline, attraverso un processo interamente digitale. Dalle lettere di sollecito – che partono da 2 sterline – fino all’azione giudiziaria, ogni passaggio è gestito da un sistema di IA progettato per automatizzare e semplificare la procedura.
Nel sito dello studio si legge: “Vogliamo dare alle PMI gli strumenti per farsi pagare, in modo giusto, veloce ed economico”.
Il progetto nasce da una storia concreta: quella di Andy King, idraulico freelance e cognato del fondatore, che ha perso migliaia di sterline per lavori mai saldati. "Garfield è nato anche per lui", spiegano i creatori.
L’utente carica i dati sulla piattaforma e l’IA procede con:
la verifica della solvibilità del debitore;
la redazione e invio delle lettere di diffida;
la stesura degli atti giudiziari (Claim Form, Particulars of Claim);
la richiesta di giudizio in contumacia, la gestione delle proposte di transazione, fino alla preparazione per l’udienza.
Ogni azione viene approvata dal cliente, e supervisionata da un team di 15 professionisti, tra cui tre solicitor e un barrister.
La Garfield.Law Ltd è il primo caso di studio legale autorizzato a fornire servizi regolamentati esclusivamente tramite IA, senza l’intermediazione umana diretta nel rapporto con il cliente. La responsabilità legale, tuttavia, resta in capo agli avvocati in carne e ossa.
Secondo la SRA, l’iniziativa punta a migliorare l’accesso alla giustizia per le PMI, spesso scoraggiate da costi e complessità delle controversie di valore contenuto. Allo stesso tempo, sono stati implementati controlli per ridurre i rischi legati alle hallucinations dell’IA – ovvero l’invenzione di dati o fonti non attendibili.
"Questo è un utilizzo ideale delle nuove frontiere dell’IA", ha dichiarato Daniel Long, co-fondatore e fisico quantistico. "Permette di seguire con precisione un processo legale complesso attraverso un’interfaccia semplice".
Il progetto ha ottenuto interesse da parte di governo, giudici e Parlamento britannico. Lord Justice Birss ha definito Garfield "assolutamente centrale per il futuro dell’accesso alla giustizia".
Garfield può anche essere integrato negli studi legali tradizionali, offrendo una soluzione redditizia per la gestione di cause di piccolo valore.
Il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella professione forense è solo agli inizi.
Resta aperta la questione della responsabilità in caso di consulenza errata automatizzata.
Ma una cosa è certa: la giustizia del futuro parlerà anche il linguaggio degli algoritmi.