Il Consiglio dei ministri, nella riunione del 3 novembre 2023, ha dato il via libera a un disegno di legge costituzionale che sancisce l'introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, noto come il premierato.
La proposta di riforma costituzionale, avanzata dalla Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, mira a raggiungere diversi obiettivi:
Di seguito, alcune delle novità salienti presentate dal disegno di legge:
Elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri: È prevista l’elezione diretta a suffragio universale del Presidente del Consiglio, che avverrà contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Il Presidente del Consiglio dovrà essere eletto nella Camera per la quale si è candidato e, in ogni caso, dovrà necessariamente essere un parlamentare.
Durata dell’incarico: La durata dell’incarico del Presidente del Consiglio è stata fissata in cinque anni, con l'obiettivo di favorire la stabilità del Governo e dell'indirizzo politico.
Norma anti-ribaltone: In caso di dimissioni, impedimento o sfiducia, il Presidente del Consiglio dei ministri in carica potrà essere sostituito una sola volta e solo da un parlamentare della maggioranza. Il sostituto dovrà proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. Qualsiasi cessazione del mandato del sostituto così individuato comporterà lo scioglimento delle Camere, al fine di evitare i cosiddetti ribaltoni o i governi tecnici.
Sistema elettorale: La legge elettorale sarà determinata dal Parlamento che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, dovrà garantire al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, per assicurare la governabilità.
Eliminazione dei senatori a vita: La riforma supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, tuttavia i senatori a vita già nominati resteranno in carica.
Presidente della Repubblica: Il disegno di legge segue un criterio “minimale” di modifica della Costituzione vigente, per operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana, preservando al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: “considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia” poiché permetterà di superare l'”assenza di stabilità che ha anche obiettivamente creato un problema nella nostra credibilità anche a livello internazionale, nella continuità dei nostri progetti, della nostra interlocuzione”. Secondo la Meloni, la riforma pone “l'Italia di fronte all'occasione storica di una semplice rivoluzione che ci porta nella Terza Repubblica”.