Decreto liste d'attesa, ok definitivo al Ddl di conversione

Articolo del 25/07/2024

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Con 171 sì e 122 no, la Camera ha approvato in via definitiva il Ddl di conversione del Decreto-legge 7 giugno 2024 n. 73 recante Misure urgenti per la riduzione delle liste d’attesa delle prestazioni sanitarie.

Il provvedimento prevede l’istituzione della Piattaforma nazionale delle liste di attesa presso l’AGENAS, interoperabile con le piattaforme regionali, in linea con il PNRR. Il monitoraggio dei dati consentirà l’attivazione di audit nelle aree con inefficienze.

Sarà istituito presso il Ministero della Salute l'Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria. Questo organismo, con il supporto dei Carabinieri per la tutela della salute, verificherà il corretto funzionamento delle liste di attesa e potrà accedere ai dati di soggetti sanitari pubblici e privati.

Si prevede la convergenza dei servizi privati accreditati nel CUP regionale o infra-regionale, e si condiziona alla loro interoperabilità la stipula degli accordi contrattuali con le Regioni. È prevista l’attivazione di un sistema di disdetta delle prenotazioni per ricordare la data delle prestazioni e l'ottimizzazione delle agende.

Il decreto stabilisce agende dedicate per i percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA), vieta la sospensione delle attività di prenotazione relative ai LEA e raddoppia le sanzioni per la chiusura delle agende. Se i tempi di attesa non sono rispettati, le prestazioni dovranno essere garantite tramite l’attività libero-professionale intramuraria o il sistema privato accreditato, anche fuori dagli accordi contrattuali.

Previsto altresì l'incremento della spesa per il personale del Servizio sanitario nazionale oltre il tetto già previsto. In particolare dal 2024 la spesa verrà incrementata annualmente del 10% del fondo sanitario regionale dell'anno precedente, con la possibilità per le regioni di richiedere un ulteriore aumento fino al 5%, portando l'incremento totale al 15%. Dal 2025, sarà compito dei Ministri della Salute e dell'Economia definire una metodologia per stabilire il fabbisogno di personale del SSN, che influenzerà la programmazione delle assunzioni regionali e il mantenimento dell'equilibrio economico. Le regioni prepareranno piani triennali basati su questa metodologia, approvati mediante decreto ministeriale. Fino all'adozione di questa nuova metodologia, continueranno ad applicarsi le disposizioni compatibili del D.L. 30 aprile 2019, n. 35.

Una flat tax al 15% sarà applicata agli emolumenti percepiti dal personale sanitario per gli straordinari svolti nell’ambito dei piani di riduzione delle liste d’attesa. Le visite diagnostiche e specialistiche potranno essere effettuate anche nei fine settimana. È garantito il corretto rapporto tra attività istituzionale e attività libero-professionale.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che con questo decreto “diamo risposte concrete ai cittadini e maggiore efficienza al servizio sanitario nazionale”. Grazie alle nuove misure – aggiunge il ministro – “garantiamo che ai cittadini sia sempre erogata la prestazione: se non ci riesce il servizio pubblico, si ricorre all’intramoenia o al privato accreditato. Non ci sono regali ai privati, al contrario il privato accreditato dovrà fare pienamente la propria parte mettendo a disposizione tutta l’offerta di prestazioni nel Cup unico regionale”.

A fianco del decreto, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che introduce misure per garantire i tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie, tra cui:

  • Appropriatezza prescrittiva ed erogativa delle prestazioni sanitarie, con l’obbligo per il medico di attribuire la classe di priorità.
  • Istituzione del Sistema nazionale di governo delle liste di attesa (SINGLA), governato da una Cabina di Regia presieduta dal Ministero della Salute.
  • Creazione di un Registro delle segnalazioni presso il Ministero della Salute per i cittadini.
  • Possibilità per le Regioni di aumentare il limite di spesa per lo smaltimento delle liste d’attesa e destinare risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa per il personale sanitario.
  • Deroghe per l’utilizzo degli specialisti ambulatoriali interni e incremento delle retribuzioni per le prestazioni aggiuntive del personale medico.
  • Possibilità per i medici specializzandi di assumere incarichi libero-professionali per i servizi di emergenza fino a 12 ore settimanali.
  • Reclutamento di personale sanitario con contratti di lavoro autonomo per fronteggiare esigenze assistenziali.
  • Rideterminazione dei limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, con priorità alle strutture con pronto soccorso.
  • Interventi nel campo della salute mentale, con uno stanziamento di 60 milioni di euro annui dal 2026 per il rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale regionali.

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