Separazione delle carriere, il Ddl costituzionale allo studio di Palazzo Chigi

Articolo del 06/05/2024

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La riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati subisce un’accelerazione: la maggioranza di governo presenterà un disegno di legge costituzionale sulla materia entro le prossime elezioni europee.

È quanto emerge dalla riunione che si è tenuta a Palazzo Chigi il 3 maggio 2024 e a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario Alfredo Mantovano, i sottosegretari di Via Arenula, i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato e i responsabili Giustizia dei partiti di maggioranza.

Due Consigli Superiori della Magistratura

La riforma propone l'istituzione di due distinti Consigli superiori della magistratura (Csm): uno per i magistrati requirenti e uno per i magistrati giudicanti. Al momento, resta aperta la questione relativa al metodo di elezione dei membri togati dei Csm, se sarà attraverso un sorteggio secco o un sistema mediato, che prevede una fase di selezione successiva al sorteggio. La proposta esclude la possibilità che metà dei componenti del Csm venga nominata direttamente dal governo.

Alta Corte per i Magistrati

Un altro elemento centrale della riforma è l'istituzione dell'Alta Corte per giudicare i magistrati requirenti e giudicanti. Questa idea è ispirata dalla cosiddetta “bozza Boato", sviluppata durante la Commissione Bicamerale per le riforme guidata da Massimo D'Alema. L'Alta Corte avrebbe il compito di agire come organo di tutela giurisdizionale unico contro le decisioni amministrative prese dai Csm ordinario e amministrativo, ed è prevista la composizione di nove membri eletti internamente.

Le reazioni

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha espresso forti critiche alla riforma, sottolineando che le nuove disposizioni potrebbero aumentare l'influenza del potere esecutivo sui magistrati. Per il magistrato ”si rischia di affondare un sistema che ha permesso di combattere fenomeni come la mafia e di debellarne altri come il terrorismo".

Per l'Unione delle Camere Penali invece si tratta di "una riforma necessaria al fine di realizzare nel processo la figura di quel giudice terzo voluto dall’art. 111 della Costituzione, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini".

 

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