La Camera Penale Veneziana pubblica un video a favore della separazione delle carriere e subito si è scatenato un vespaio di polemiche.
Nel video ripreso da Corriere.it, ambientato in un contesto di gioco, avvocati e magistrati si sfidano a carte, scacchi e persino a Twister. In ogni sfida, l’arbitro – che simboleggia il giudice – interviene sistematicamente a favore dello stesso giocatore: sposta pedine, distribuisce carte vincenti, sbilancia l’avversario. Alla fine compare sullo schermo la domanda provocatoria: “Ti piacerebbe così?”
Il messaggio è chiaro: l’attuale sistema di carriera unitaria tra giudici e pubblici ministeri rischia, secondo i promotori della riforma, di generare favoritismi, condizionamenti reciproci e sospetti sulla terzietà del giudice.
Dura e immediata la replica dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha bollato il video come una «rappresentazione falsa e manipolatoria» del processo penale, accusando l'iniziativa di alimentare sfiducia e disinformazione.
Al di là delle provocazioni, resta sul tavolo una questione centrale: la separazione delle carriere non è solo una riforma tecnica, ma una proposta che punta a garantire:
Maggiore imparzialità del giudice, libero da legami professionali con l’accusa;
Chiarezza nei ruoli, con percorsi separati e non reversibili tra PM e giudicanti;
Fiducia nel sistema penale, allontanando il sospetto di contiguità tra accusa e giudizio.
A oggi, secondo i dati del CSM, solo circa l’1% dei magistrati cambia funzione nel corso della carriera. Tuttavia, il tema rimane acceso nel dibattito istituzionale e politico: la riforma proposta prevede CSM separati, un’Alta Corte disciplinare autonoma e la scelta definitiva del ruolo già all’ingresso in magistratura.
Il video della Camera Penale Veneziana ha raggiunto il suo scopo: riaccendere la discussione pubblica e istituzionale su una delle questioni più delicate e divisive della giustizia italiana.