
La Cassazione, con l’ordinanza n. 27626 del 16 ottobre 2025, affronta in modo diretto il tema della rimessione in termini per cyberattacco, una questione sempre più rilevante nel processo civile telematico (PCT). il tema della rimessione in termini quando un cyberattacco impedisce il deposito dell’atto nei termini.
La Corte chiarisce che il criterio decisivo è la immediatezza della reazione della parte non appena acquisisce consapevolezza dell’impedimento, e non quando la controparte solleva l’eccezione.
Un lavoratore aveva impugnato il licenziamento, ma un virus informatico aveva reso impossibile il deposito del ricorso nei termini. La Corte d’appello aveva accolto l’istanza di rimessione in termini, ritenendo sufficiente che fosse stata proposta alla prima udienza successiva all’eccezione di decadenza sollevata dalla controparte.
La Cassazione ha invece cassato la decisione, affermando un criterio più rigoroso di valutazione della tempestività.
Secondo la Suprema Corte, il requisito della tempestività deve essere valutato in rapporto al momento in cui la parte o il difensore acquisisce consapevolezza dell’impedimento che ha determinato la decadenza. L’istanza di rimessione deve quindi essere proposta senza indugio, non appena emerge la necessità di compiere l’attività processuale preclusa, indipendentemente dalle mosse processuali dell’avversario.
La Corte, richiamando l'art. 153, comma 2 c.p.c., ha precisato che la rimessione in termini non può trasformarsi in un rimedio dilatorio: il comportamento della parte deve essere attivo e sollecito, e il giudice deve verificare la tempestività con riferimento alla consapevolezza effettiva del difensore o della parte.
Non basta quindi che l’istanza sia presentata prima della dichiarazione di improcedibilità: occorre dimostrare che sia stata proposta subito dopo l’accertamento del problema tecnico che ha impedito l’attività processuale.
La decisione rafforza il principio di diligenza professionale nella gestione delle attività processuali digitali. In presenza di un cyberattacco o di un malfunzionamento del sistema telematico, sarà necessario documentare non solo l’evento ma anche la tempestiva reazione della parte o del difensore.
Il giudice dovrà quindi valutare, caso per caso, la sollecitudine dell’iniziativa rispetto al momento in cui è maturata la consapevolezza della decadenza. L’ordinanza invita così gli operatori del diritto ad adottare protocolli di sicurezza e prontezza operativa per evitare preclusioni irreversibili.
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