Tik Tok multata per 10 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette

Articolo del 15/03/2024

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L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto una sanzione di 10 milioni di euro a tre società affiliate a Bytedance Ltd: TikTok Technology Limited (Irlanda), TikTok Information Technologies UK Limited (Regno Unito) e TikTok Italy Srl (Italia). La sanzione è stata determinata per una pratica commerciale scorretta, come definito dagli articoli 20, comma 2 e 3, 21, comma 2 lettera b), 21, comma 4, e 25, comma 1, lettera c) del Codice del consumo.

Il nucleo della questione riguarda i controlli insufficienti sui contenuti diffusi sulla piattaforma, con un focus specifico su quelli che possono compromettere la sicurezza di utenti minori e vulnerabili. Questi contenuti, inoltre, vengono riproposti agli utenti tramite un sistema di profilazione algoritmica, incoraggiando l'utilizzo prolungato del social network.

Durante l'indagine, è stata evidenziata la responsabilità di TikTok nella diffusione di contenuti pericolosi, tra cui la challenge denominata "cicatrice francese". Questi contenuti, potenzialmente dannosi per la sicurezza psico-fisica degli utenti, in particolare quelli minori e vulnerabili, non sono stati adeguatamente filtrati dalla piattaforma, contrariamente alle assicurazioni fornite attraverso le proprie Linee Guida, presentate come garanzia di un ambiente "sicuro".

Si sottolinea che l'applicazione delle Linee Guida da parte di TikTok non ha considerato la vulnerabilità specifica degli adolescenti, influenzata da meccanismi cognitivi che possono rendere difficile la distinzione tra realtà e finzione e propensi all'emulazione di comportamenti di gruppo.

In aggiunta, il sistema di raccomandazione di TikTok, basato sulla profilazione algoritmica, dirige i contenuti verso gli utenti nelle sezioni "Per Te" e "Seguiti". Questo meccanismo ha lo scopo di incrementare le interazioni e il tempo trascorso sulla piattaforma, aumentando di conseguenza la redditività derivante dagli introiti pubblicitari. Tale pratica risulta in un condizionamento indebito degli utenti, stimolando un uso sempre più intenso del social network.


Il provvedimento:

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