I tortelli del cactus di ChatGPT

Articolo di Gianmaria Parrotta del 04/02/2023

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Non abbiate paura!

Tocca parlare anche a me di ChatGPT e di Midjourney, di intelligenze artificiali cosiddette, ma lo giuro: solo perché mi è stato chiesto. C'è chi ne è spaventato e chi no, chi li difende e chi li attacca, chi già li usa e chi anche li trova una pericolosa arma nel campo di battaglie sui diritti d'autore... ma su questo ultimo punto sorvolerò, non mi interessa: roba da avvocati.

Per chi non lo sapesse ChatGPT e Midjourney sono, come altrimenti potrei definirli?, dei "generatori": di parole, il primo; di immagini, il secondo. Entrambi si basano sullo sviluppo di intelligenze (?) artificiali algoritmiche (software, ovvero), e possono interagire con voi (basta iscriversi, su internet), chattare, creare disegni o opere complesse, e articoli, poesie, canzoni, sulla base di cosa? di quello che attingono dalla storia e dalla produzione artistica dell'uomo: il loro funzionamento, un poco, diciamocelo, mi ha ricordato (lettura consigliata di questa volta, e obbligatoria) Esercizi di stile di Raymond Queneau (da leggere possibilmente sia in lingua che nella traduzione einaudiana di Umberto Eco); con molto meno stile, però.

Io ho provato ChatGPT: non è un granché, è noioso, prevedibile, grigio e equidistante in qualsiasi risposta da poterlo facilmente scambiare per un dirigente del Pd. Ecco, forse dietro ChatGPT si nascondono Enrico Letta e Debora Serracchiani? Non lo so, ma dubito. Quel che so è che non c'è niente da temere, da ChatGPT: proprio come dal Pd.

Dovremmo essere terrorizzati solo dal piccolo dettaglio che ci imita (ChatGPT, mica il Pd), ci guarda e ci replica, che è il nostro aperto online e digitale specchio; perché è così – è questo il dato, l'unico, spaventoso – che noi siamo: oramai incapaci di comporre (ma pure di leggere) un testo con un minimo non dico di originalità ma di vivacità creativa. È la scusa, lo so bene, di ogni scrittore trombato: la casa editrice non ha capito il mio stile, non mi comprende, non ha avuto il coraggio, ché non si osa più come ai tempi, non si valorizza la voce dell'autore originale, non si produce cultura, non si vuole: è vero, si tende alla conformizzazione dei testi – sono prestabiliti anche gli a capo, i segni grafici: un punto ogni almeno due righe, eccetera – alla ricerca esclusivamente dell'appagamento del mercato (l'unico che conta, soddisfatto e basta, non accetta alcun rimborso). È tutto vero, dicevo, anche se nella stragrande maggioranza dei casi lo scrittore in questione e a caso, che si lamenta a questo modo, scrive ancor peggio di ChatGPT. E non diversamente da ChatGPT scrivono (e parlano) i tanti tantissimi troppi giornalisti italiani, e ci scommetterei non solo italiani.

Da quanto tempo non abbiamo intellettuali cui riferirci, o con cui prendercela? E artisti? Anche semplici scrittori o cantautori di canzonette popolari?... In Italia sì, ma solo in Italia? In ogni caso, io ho chiesto a ChatGPT, e come intellettuali italiani di riferimento del '900 mi ha citato Gramsci, Montale, Eco e Bobbio; tra quelli degli ultimi venti anni mi ha tirato fuori Umberto Galimberti e un terzetto composto da Toni Negri (sì, sì: proprio lui, andate in pace) e... Bauman e Chomsky: forse ha inteso una squadra di oriundi, non ho capito.

L'unico intervento sull'intelligenza artificiale che ho letto e mi ha divertito è quello che ha fatto Nick Cave, impermalito da un testo nel suo stile, prodotto da ChatGPT, che gli ha recapitato meticolosamente un suo sadicissimo fan: tra le altre cose l'ha definita una "caricatura" ignobile dell'umanità, o qualcosa del genere (qui l'articolo sul The Guardian). Il buon Nick sostiene che ChatGPT sia un orrore (quoque tu, grande Cave, indagatore e cantore dell'oscurità e del male dei nostri perduti animi! non aver paura, piccolo), e che ci porterà sull'orlo dell'abisso. No, non sono d'accordo, eppure in un certo senso sono pure d'accordo: sull'orlo dell'abisso ci porterà la disumanizzazione, e quindi anche le opere di Midjourney e i testi di ChatGPT certo, ma soprattutto la non accettazione (privata e pubblica) delle nostre debolezze e dei nostri sbagli, e soprattutto di quelle e di quelli degli altri.

La disumanizzazione cui ci porterà il freno e la censura su tutti i nostri sentimenti e pensieri, ovvero proprio su tutto quello che ci distingue da ChatGPT e da Midjourney e dalle bestie: dove pensate che saremmo, come umanità, senza un Tropico del Cancro o una Lolita? Parlo anche per chi non li ha mai letti né sentiti nominare: anzi li aggiungo come consigli di lettura, Tropico del Cancro di Henry Miller e Lolita di Vladimir Nabokov. Ma a questo punto, mi pare, ho oltrepassato un confine forse tutto mio e sono caduto fuori tema: errore in cui ChatGPT non può cadere?

Per tornarci, allora, vi racconto infine quanto ChatGPT mi abbia anche commosso o quasi, lo ammetto; e sconcertato, impressionato, qui davvero atterrito. Quando gli ho chiesto del famoso convento e del celebre castello normanno con ponte levatoio del paese dove abito (cinquecento abitanti, poche case sparse, sperduto ai piedi dell'Appennino), ChatGPT si è comportato come fanno in tanti accanto a noi ogni giorno, e come facevo io ai tempi della scuola se non conoscevo la risposta: ha improvvisato; e mentito, umanissimamente, ostentando gran sicumera e affermando decisamente e senza esitazione che nel mio paese c'è il convento che mi sono inventato per metterlo alla prova (e, lo ammetto, per ingannarlo), con storia secolare e milioni di visitatori da tutto il mondo, e che c'è anche il mio castello immaginario che lui (ChatGPT: o non sarà una lei?) fa concretamente risalire al XII secolo e che, sostiene, oggigiorno ospita un museo aperto tutto l'anno e eventi concerti e mostre d'arte; allora, visto che la metteva su questo piano, io ho insistito per un bel po' e per farla finita una volta per tutte gli ho chiesto, a 'sto cazzaro bombarolo menzognero mitomane inaffidabile di ChatGPT, la ricetta dei tortelli ai fiori di cactus: me l'ha data, dettagliatissima; e, scritta così come ha fatto lui (oppure lei?), sembra anche buona: io quasi quasi la provo.

P.s. anche l'immagine di questo articolo è stata creata da un generatore di immagini basato sull'intelligenza artificiale.

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