Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 19 maggio 2025, ha approvato il disegno di legge per la "revisione delle modalità di accesso, valutazione e reclutamento del personale ricercatore e docente universitario".
Il provvedimento, proposto dal Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, mira a superare l’attuale sistema dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), ritenuto ormai inadeguato a garantire qualità, trasparenza ed efficienza nei percorsi di carriera accademica.
Il nuovo modello prevede l'istituzione di una piattaforma informatica nazionale, gestita dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR), tramite cui i candidati potranno autodichiarare il possesso dei requisiti minimi di produttività e qualificazione scientifica per accedere ai concorsi.
Tali requisiti, distinti per i ruoli di professore di prima e seconda fascia, saranno definiti per ciascun gruppo scientifico-disciplinare, tenendo conto di diversi parametri, come la partecipazione a progetti competitivi nazionali e internazionali, l'attività convegnistica, i riconoscimenti ottenuti, l’attività didattica e il contributo all’innovazione e al trasferimento tecnologico. Le soglie minime saranno aggiornate periodicamente, per garantire l'adeguamento del sistema agli sviluppi della ricerca.
La valutazione non avverrà più centralmente, come previsto dal meccanismo dell’ASN, ma sarà affidata alle singole università, nel rispetto di criteri comuni.
Le commissioni giudicatrici per la selezione di professori ordinari, associati e ricercatori saranno composte da almeno quattro membri esterni, scelti tramite sorteggio nazionale tra i docenti appartenenti al settore scientifico-disciplinare di riferimento, e da un membro interno dell’ateneo che bandisce la procedura. Saranno esclusi coloro che abbiano ricevuto valutazioni negative, riportato condanne per reati contro la pubblica amministrazione, o siano già stati componenti in commissioni simili nello stesso gruppo disciplinare nell'anno precedente.
Le procedure concorsuali prevedranno anche una discussione pubblica delle pubblicazioni e dell'esperienza didattica dei candidati e la possibilità per i dipartimenti di richiedere un seminario tematico prima della chiamata.
Negli anni, l’ASN è stata percepita, erroneamente, come una certificazione automatica per l'ingresso nei ruoli universitari, generando aspettative non coerenti con la normativa e un numero eccessivo di abilitati non assorbibili dai normali meccanismi di chiamata. Questo ha causato distorsioni nella programmazione degli atenei e contenziosi crescenti.
Inoltre, il doppio livello di valutazione (prima nella procedura ASN, poi nel concorso locale) è risultato ridondante e inefficiente, ostacolando la tempestività nei processi di reclutamento.
Il disegno di legge punta a semplificare le procedure, rafforzare il merito, valorizzare l'autonomia degli atenei e favorire la mobilità del personale docente, anche a livello internazionale.
Per incentivare la mobilità interateneo e internazionale, sono previste misure specifiche che consentono il trasferimento di docenti con almeno cinque anni di servizio, unitamente alle relative risorse economiche. Questi trasferimenti potranno essere inclusi nella quota riservata ai posti disponibili e incentivati anche attraverso il Fondo di Finanziamento Ordinario.
Sono previste regole armonizzate anche per il reclutamento dei ricercatori a tempo determinato, nell'ottica di una maggiore coerenza e uniformità del sistema.
Secondo il Ministro Bernini, “si tratta di un passo importante per allineare il sistema italiano agli standard internazionali, senza snaturarne l'eccellenza, ma correggendo le disfunzioni emerse nel tempo".
La riforma rientra nel più ampio quadro delle azioni PNRR legate ai nuovi Gruppi Scientifico-disciplinari e intende dare piena attuazione agli impegni assunti in ambito europeo in tema di modernizzazione del sistema universitario.
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