Corte di Cassazione, sez. V Civile, Ordinanza n.2589 del 03/02/2011

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LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TRIBUTARIA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LUPI Fernando – Presidente –

Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere –

Dott. DI BLASI Antonino – Consigliere –

Dott. VIRGILIO Biagio – rel. Consigliere –

Dott. BERTUZZI Mario – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ordinanza

sul ricorso proposto da:

AGENZIA DELLE ENTRATE, in persona del Direttore pro tempore, elettivamente domiciliata in Roma, via dei Portoghesi n. 12, presso l’Avvocatura Generale dello Stato, che la rappresenta e difende;

– ricorrente –

contro

A.F., elettivamente domiciliato in Roma, via Crescenzio n. 91, presso lo Studio legale Lucisano, rappresentato e difeso dagli avv.ti Lupi Raffaello e Claudio Lucisano, giusta delega in atti;

– controricorrente –

avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale del Lazio n. 60/27/08, depositata il 27 maggio 2008.

Udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del 14 dicembre 2010 dal Relatore Cons. Dr. Biagio Virgilio.

La Corte:

RITENUTO IN FATTO

Che, ai sensi dell’art. 380 bis cod. proc. civ., è stata depositata in cancelleria la seguente relazione:

“1. L’Agenzia delle entrate propone ricorso per cassazione avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale del Lazio n. 60/27/08, depositata il 27 maggio 2008, con la quale è stato dichiarato inammissibile l’appello dell’Ufficio in quanto notificato all’appellato, A.F. (non costituitosi in giudizio), presso il procuratore costituito in primo grado, il quale, tuttavia, non era anche domiciliatario del contribuente.

L’ A. resiste con controricorso.

2. Il primo assorbente motivo di ricorso, con il quale l’Agenzia denuncia la violazione del D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 17 e art. 330 c.p.c. (ritenuto applicabile anche al processo tributario), sostenendo la validità della notifica effettuata presso il procuratore non domiciliatario, appare manifestamente fondato, alla luce del principio affermato dalle Sezioni unite di questa Corte con la sentenza n. 29290 del 2008, secondo il quale l’art. 330 cit., nella parte in cui dispone l’eseguibilità della notifica dell’impugnazione presso il procuratore costituito, è applicabile al processo tributario in quanto la specifica previsione normativa in tema di notificazioni contenuta nel D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 17, secondo la quale la notifica deve eseguirsi (salvo quella a mani proprie) nel domicilio eletto o, in mancanza, nella residenza o nella sede dichiarata dalla parte all’atto della costituzione in giudizio, costituisce eccezione all’art. 170 cod. proc. civ. (relativo alle sole notificazioni endoprocessuali) e non all’art. 330 cod. proc. civ., invece applicabile in virtù del richiamo contenuto nel D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 1, comma 2 e art. 49, alle norme processuali codicistiche, non costituendo ostacolo, all’introduzione della notifica dell’impugnazione presso il procuratore costituito, la non obbligatorietà, nel processo tributario, della rappresentanza processuale da parte del procuratore ad litem, in quanto tale rappresentanza, non essendo vietata, è facoltativa.

3. Pertanto, si ritiene che il ricorso possa essere deciso in camera di consiglio per manifesta fondatezza del primo motivo, assorbito il secondo”.

che la relazione è stata comunicata al pubblico ministero e notificata agli avvocati delle parti;

che non sono state depositate conclusioni scritte, nè memorie.

Considerato che il Collegio, a seguito della discussione in Camera di consiglio, condivide i motivi in fatto e in diritto esposti nella relazione e, pertanto, riaffermato il principio di diritto sopra richiamato, va accolto il primo motivo di ricorso, assorbito il secondo, la sentenza impugnata deve essere cassata e la causa rinviata ad altra sezione della Commissione tributaria regionale del Lazio, la quale procederà a nuovo esame della controversia, uniformandosi al detto principio, oltre a provvedere in ordine alle spese anche del presente giudizio di legittimità.

P.Q.M.

La Corte accoglie il primo motivo di ricorso, assorbito il secondo, cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa, anche per le spese, ad altra sezione della Commissione tributaria regionale del Lazio.

Così deciso in Roma, il 14 dicembre 2010.

Depositato in Cancelleria il 3 febbraio 2011

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