La Corte costituzionale, con 6 sentenze depositate il 7 febbraio 2025, ha deciso sull'ammissibilità dei quesiti referendari proposti, tracciando una linea netta: inammissibile il referendum sull’autonomia differenziata, mentre ha dato il via libera ad altri cinque quesiti relativi a cittadinanza, Jobs Act, licenziamenti nelle piccole imprese, contratti a termine e responsabilità solidale negli appalti.
Autonomia differenziata: un veto della Consulta
Con la sentenza n. 10 la Corte ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sull'autonomia differenziata (legge n. 86 del 2024), già al centro del dibattito a seguito della sentenza n. 192 del 2024.
La Corte ha motivato la decisione sottolineando che l’oggetto e la finalità del quesito mancavano di chiarezza, compromettendo così una scelta consapevole da parte degli elettori. La formulazione proposta avrebbe, di fatto, trasformato il referendum in una scelta generale sull’autonomia differenziata e, indirettamente, sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione. La Corte ha ribadito che una questione di tale natura non può essere affrontata attraverso un referendum abrogativo, ma richiede un percorso di revisione costituzionale.
I referendum dichiarati ammissibili
Di diverso tenore la decisione sugli altri cinque quesiti, dichiarati ammissibili in quanto non rientrano nelle ipotesi di esclusione previste dall’ordinamento costituzionale.
Ecco i quesiti approvati: