Corte di Cassazione, sez. VI Civile, Ordinanza Interlocutoria n.17855 del 03/07/2019

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LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 3

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FRASCA Raffaele – Presidente –

Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere –

Dott. TATANGELO Augusto – rel. Consigliere –

Dott. D’ARRIGO Cosimo – Consigliere –

Dott. PORRECA Paolo – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA INTERLOCUTORIA

sul ricorso iscritto al numero 6083 del ruolo generale dell’anno 2018, proposto da:

REGIONE ABRUZZO (C.F.: *****), in persona del Presidente, legale rappresentante pro tempore rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale dello Stato (C.F.: *****);

– ricorrente –

nei confronti di M.M. (C.F.: *****), rappresentato e difeso dagli avvocati Bafile Giovanni (C.F.: BFL GNN 67P29 A345Q) e Bafile Francesco (C.F.: BFL FNC 64R03 A345Q);

– controricorrente –

per la cassazione della sentenza del Tribunale di L’Aquila n. 781/2017, pubblicata in data 19 dicembre 2017;

udita la relazione sulla causa svolta nella camera di consiglio in data 9 maggio 2019 dal consigliere Tatangelo Augusto.

RILEVATO

Che:

M.M. ha agito in giudizio nei confronti della Regione Abruzzo per ottenere il risarcimento dei danni riportati dalla propria autovettura a seguito della collisione con un lupo avvenuta su una strada dell’Appennino abruzzese.

La domanda è stata accolta dal Giudice di Pace di Teramo.

Il Tribunale di L’Aquila ha confermato la decisione di primo grado.

Ricorre la Regione Abruzzo, sulla base di un unico motivo. Resiste con controricorso il M..

E’ stata disposta la trattazione in camera di consiglio, in applicazione degli artt. 375,376 e 380 bis c.p.c., in quanto il relatore ha ritenuto che il ricorso fosse destinato ad essere dichiarato manifestamente infondato.

E’ stata quindi fissata con decreto l’adunanza della Corte, e il decreto è stato notificato alle parti con l’indicazione della proposta.

La regione ricorrente ha depositato memoria ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., comma 2.

CONSIDERATO

Che:

1. Con l’unico motivo del ricorso si denunzia “Violazione e falsa applicazione di legge (art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3): Violazione e falsa applicazione delle previsioni di cui alla L. 11 febbraio 1992, n. 157, artt. 1 e 9, e dell’art. 2043 c. c.Erronea imputazione della responsabilità per i danni cagionati dalla fauna selvatica alla Regione ricorrente”.

La regione ricorrente censura la decisione impugnata esclusivamente in relazione alla propria individuazione come ente passivamente legittimato, sul piano sostanziale, a rispondere dei danni riportati dall’autovettura dell’attore, senza svolgere invece alcuna censura in ordine all’affermazione della sussistenza di una specifica condotta colposa, causalmente rilevante in relazione ai suddetti danni, addebitabile in concreto al soggetto pubblico titolare delle funzioni di controllo e gestione della fauna selvatica nell’area in cui è avvenuto l’incidente.

Orbene, su tale unico punto in contestazione, il collegio ritiene di rimettere la trattazione alla pubblica udienza della Terza Sezione civile, in considerazione della sussistenza di alcune disarmonie applicative che sembrano emergere dall’esame della giurisprudenza di questa Corte relativa alla legittimazione passiva degli enti territoriali per le azioni tendenti ad ottenere il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica, che suggeriscono l’opportunità di una verifica e di una specifica enunciazione dei principi applicabili alla fattispecie.

P.Q.M.

La Corte:

rimette la trattazione del ricorso alla pubblica udienza della Terza Sezione.

Così deciso in Roma, il 9 maggio 2019.

Depositato in Cancelleria il 3 luglio 2019

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